Pompei e il Segreto della Porta del Tempo

L'esigenza di scrivere nasce dal “bisogno” di raccontare o di raccontarsi e Pasquale Matrone con il Romanzo  Pompei e il Segreto della Porta del Tempo, ha dato alla narrativa uno scrigno di archeologia e di morale, con una narrazione terapeutica e attraente, che offre gioia e conforto al Lettore.

L'intelligenza di Pasquale Matrone ha saputo collegare il passato con l’indulgenza del presente, ha avuto la capacità di trasmettere l'idea di una cultura viva, impreziosendo la Narrativa con perle di rivisitazione archeologica, con frammenti d'emozioni che sedimentano il passato glorioso degli Scavi di Pompei e il presente ricco di fascino e di fede di quella Città Mariana. Un saggio filosofo, ricco di esperienza e di studi, Pasquale Matrone, oramai disincantato di tutto e di tutti, il quale ha “costruito” la sua opera d'Arte, che è il luogo comune del suo spirito, in cui la bellezza è pensiero e sentimento, proprio come un musicista fa con lo spartito di una sinfonia che si suona e si ascolta tutta insieme, che nessuno potrà mai più privare di una sola nota se non la si vuole distruggere e il Matrone immette così qualcosa che prima non esisteva, senza distruggere nulla.

La narrazione di Pompei e il Segreto della Porta del Tempo fila via rapida in una scrittura che raramente cede a sbavature, con personaggi delineati con i tratti più essenziali e incisivi. Nonno Orfeo, un anziano professore di filosofia e archeologo, sconvolto per la morte della moglie Euridice, si è rifugiato in solitudine a Civita Giuliana, vecchio borgo rurale di Pompei, in quella pianura ricca di brezze e di profumi dove avrebbe voluto catturare almeno le “ombre del passato”; il nipote Marzio, un sedicenne figlio di genitori separati che non si amano più e non si sopportano, come un “pacco” che conta meno di niente ma nel quale il nonno farà nascere il bisogno di “scavare, di sapere ancora tante cose della sua famiglia e, soprattutto di scoprire le vicende e i segreti della città morta”; Argo, uno spinone bianco dal pelo fitto e duro; zio Lucio, il prete; Alessia e il passato ricco di storia e di mistero... Un racconto drammatico ed avvincente che si svolge per lo più in un complesso archeologico e storico unico al mondo nel quale l'Autore fa toccare con mano il tessuto abitativo (residenze, officine, ville, le vie di comunicazione) che si riallaccia al tempo prima del terremoto del 62 d.C. e soprattutto prima del 24 agosto del 79 d.C., allorquando, in una sola notte, l'eruzione del Vesuvio seppellì sotto quasi sei metri di lapilli e ceneri la città di Pompei con “una pioggia infernale di cenere e pietre incandescenti mentre la gente impazzita gridava e si muoveva in disordine apocalittico... e tutto divenne una enorme e anonima montagna di fango”.

Il Pensiero è la visione dell'Anima e il genio è il prodotto della sua vita e della società in cui vive. Pasquale Matrone è un classico proprio per tutto ciò, perché muove pensieri, passioni, ispirazioni per influenzare la vita (morale, turismo, archeologia, eco.), contribuendo alla conoscenza di un patrimonio archeologico con un sentimento che nutre l'Arte, con un linguaggio appropriato capace di coglierla, di rappresentarla, di comunicarla. E, giacché il mondo emozionale è un abisso misterioso, occorre che anche l'espressione linguistica sia aderente e trasparente. Pasquale Matrone si profila così come una personalità ricca di qualità e di competenze intellettuali molto elevate.

Il tempo è pseudonimo della vita stessa, va impiegato bene perché è l'esperienza del vissuto (anche con lo studio) e Pasquale Matrone, filosofo, razionale tende al bene comune senza nulla trascurare. Sensibile, con una coerenza morale e di stile, una inesauribile vena poetica, senza lati oscuri e deprimenti, torna nei luoghi della storia e vince la morte, che è solo apparenza e libera “l'anima dalla malinconia e dalle paure”, senza tralasciare la morale dove il capolavoro di un padre è ritenuto a ragione “il suo modo di essere padre... puro di vita e di animo, con una vita bonaria, sobria costumata, efficace maestro di morale”; dove, come insegna Epicuro, “ogni uomo può essere felice, purché capisca quali le cose da fare e quali hanno valore fittizio”.

Chi non ha amore, non ha niente, ma l'amore richiede impegno, fede, volontà, capacità di considerare tutti gli uomini figli dello stesso Dio e nostri fratelli. Razionale il filosofo ancora una volta tende al bene comune con l'amore, con la creatività, per la pace. Se il successo è un riconoscimento pubblico che richiede qualcosa di assolutamente nuovo, sconcertante, il “novum”, l'alea, l'imprevedibile, dal momento che sono tutte qualità insite in Pompei e il Segreto della la Porta del Tempo, il Romanzo di Pasquale Matrone riscuoterà il successo che merita.

Michele Sessa (poeta, saggista, direttore della rivista "L'Aeropago letterario")

Sessa Michele - -

 
 
 
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