Intervista di Adriano Fiore


Libertà nella Scrittura

 

 
Nato in Campania, Pasquale Matrone vive in Toscana da quindici anni e fa il giornalista e lo scrittore a tempo pieno.   Ha fondato, negli anni ottanta, la Lectura Dantis Pompeiana.

Presente con i suoi scritti in numerose riviste, è collaboratore fisso di Albatros e de La Nuova Tribuna Letteraria e scrive saggi e prefazioni per  la Bastogi Editrice Italiana.

Ha pubblicato: i volumi di poesia ‘O Rusario, Musica antica e L’uccello chiamato airone; le raccolte di racconti Alberi nudi, Come la luna e Per favore, spegnete quella luce; i romanzi L’organetto di Barberia e Pompei e il segreto della Porta del Tempo.

Ha ideato e presiede il Premio Letterario Internazionale “Rocca di Montemurlo”. La serata conclusiva della prima edizione del concorso avrà luogo, presso la Sala Riunioni del Centro Ippico “La Querce” di Montemurlo, domenica 10 dicembre, alle ore 16.

Raggiungiamo Matrone per telefono. Vogliamo sapere qualche notizia in più sul Premio:

 

Un nuovo premio, in una nazione dove le iniziative del genere non si contano più, sembra quasi un gesto temerario o, nella migliore delle ipotesi, un’operazione inutile… Sbaglio?

Ha ragione. Di Premi, in giro, ce ne sono sin troppi… Ma io andrei molto cauto a demonizzarli. Se ci sono, vuol dire, grazie a Dio, che c’è ancora tanta gente che crede nel ruolo e nella funzione della scrittura. Va da sé che i concorsi organizzati in modo superficiale o con finalità poco nobili non dovrebbero esistere. Io ho voluto provare a dar vita a qualcosa di nuovo e di pulito. Ho elaborato un progetto serio. Sono riuscito a mettere su una giuria bella e qualificata: Umberto Cecchi, Marco Delpino, Lucia de Cristofaro, Roberto Pazzi, Salvatore Tartaglione. Insieme, e in perfetta sintonia, abbiamo fatto un lavoro eccellente. Lo vedrà dai risultati, che non le anticipo… Ho avuto la fortuna di incontrare persone che mi hanno dato ascolto e sostegno… 

Ci racconti: come è andata?

La mia proposta è stata accolta, senza riserva alcuna, dall’Associazione Culturale Giorgio La Pira di Montemurlo il cui socio fondatore, Aurelio Biscotti, attuale consigliere della Provincia di Prato, da sempre aperto a iniziative finalizzate a stimolare la crescita culturale del territorio e della società, mi ha incoraggiato sin dall’inizio. Valido anche il sostegno fornito da Deanna Colzi, Presidente dell’Associazione. L’Amministrazione Provinciale di Prato e  quella del Comune di Montemurlo hanno dato il patrocinio; l’ASM,  la CONSIAG, l’AXA assicurazioni e le Edizioni ALBATROS hanno fatto da sponsor… Il resto è stato ed è lavoro durissimo. Ma, nonostante la stanchezza, le assicuro che ne è valsa la pena.

Quale obbiettivo si propone di raggiungere col suo Premio?

Ho voluto come motto del Premio Libertà nella Scrittura: è quello mio personale. La scrittura, oggi, è asservita a troppi padrini e padroni. E diventa famoso chi ha le spalle ben protette, grazie anche a una premiopoli che costruisce capolavori di sabbia ed eroicizza veri e propri imbecilli imbrattacarte, facendoli diventare maestri di pensiero. La Rocca di Montemurlo mi è parso il simbolo più adatto a rappresentare questa mia voglia di liberare la scrittura da ogni sorta di catena, di dare spazio a chi merita, di aiutare i nuovi talenti… Un progetto velleitario? Preferisco definirlo un atto di speranza e di fede. Le ricordo che la Rocca, nei secoli scorsi, subì una sconfitta clamorosa da parte dei potenti del tempo… Ma aggiungo che, nonostante tutto, essa sta ancora lì. Robusta, imponente, ostinata e forte.

C’è, dunque, una profonda tensione etica alla base del suo progetto?    

Lo ha detto. Mi fa piacere. E, proprio per questo, so di correre il rischio di sembrare un illuso, un esaltato, un povero cristo offeso dai primi sintomi della senilità… In una società fondata sull’ Avere, le cose che dico sembrano il frutto malinconico di una blanda quanto innocua follia. Ma non è così. Saper leggere equivale ad avere la capacità di cogliere il senso autentico delle cose. Saper scrivere equivale a saper mettere ordine nelle proprie idee. Lettura e scrittura, dunque, come strumenti adatti a raggiungere senso critico e autonomia di giudizio… Una medicina per sanare la piaga immonda della telecrazia, un vaccino contro il virus del Grande fratello, dell’Isola dei famosi

 

(Intervista pubblicata sul numero 51, Dicembre 2005 del mensile Albatros)

 
 
 
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